All'alba di un impero, la leggenda di Romolo e Remo

16.05.2014 15:15

       

L'Italia  culla di numerosi movimenti artistici,fulcro dell'Impero Romano e centro della Sede Cattolica, conosciuta come "Giardino del mondo" per la sua bellezza e creatrice di monumenti, opere d'arte, sculture e composizioni di musica e poemi, nel corso dei secoli ha portato notevoli contributi culturali a livello mondiale ed è considerata sin dall'antichità uno dei centri più fiorenti d'Europa.

Ufficialmente Repubblica Italiana all'interno della quale ospita Città del Vaticano e San Marino che sono repubbliche indipendenti,è una repubblica parlamentare, con una popolazione di 60.000 abitanti. Delimitata dall'Arco Alpino, confinante a nord con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia è bagnata per il resto dai mari Ligure, Tirreno, Ionico e Adriatico, comprendendo le isole Sicilia e Sardegna.

Roma, tutt'ora capitale d'Italia e all'epoca capitale dell'impero romano è stata per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale, sviluppatasi nei secoli attraverso l'unione di diversi villaggi dispersi sui vari colli, creando un vero e proprio centro urbano.

La data ufficiale della sua fondazione risale al 21 aprile del 753 A.C. grazie alla figura leggendaria di Romolo che ne creò le fondamenta tracciandone il confine sacro.

Figlio del Dio Marte e di Rea Silva, figlia di Numitore, discendente di Enea e re di Alba Longa, è fratello gemello di Remo e primo re di Roma.

Nati da un rapporto carnale preso con la forza da parte del Dio Marte che si invaghì della fanciulla Rea Silvia, in un bosco sacro, dove ella attingeva dell'acqua, rimasta incinta fu condannata a morte poichè, essendo lei vestale e non avendo rispettato i voti di castità la legge ne prevedeva l'uccisione. Caso volle che il fiume Aniene , dove il corpo venne gettato, ne ebbe pietà tanto da riportarla in vita.

Alla nascita dei bambini , essi vennero affidati a due schiavi e abbandonati in una cesta sul letto del fiume Tevere. La corrente li trascinò per diverso tempo fino a farli arenare in una pozza d'acqua nei pressi della riva.Quando le acque si ritirarono , la cesta rimase all'asciutto sotto un albero di fico dove una lupa, scesa dai monti per abbeverarsi, attirata dal vagito dei due bambini, non si sa per quale motivo iniziò ad allattarli. In seguito ritrovati da un pastore di nome Faustolo e sua moglie Acca Larenzia, decisero di portarli con se e di crescerli come fossero loro figli, nella loro casa situata sulla sommità del Palatino.

Leggenda volle che un giorno i due ragazzi, una volta cresciuti, vennero assaliti da un gruppo di banditi, nei confronti dei quali Romolo riusci a difendersi egregiamente mentre Remo fu catturato e condotto di fronte al re con l'accusa di furto. 

Tornato a casa Remo , raccontando l'accaduto al padre , scopri le sue vere origini e del sangue reale oltre che semi divino che scorreva nelle sue vene. A discapito di ciò Romolo decise di raggruppare un gruppo di compagni per dirigersi dal re, reclamare il suo posto nel regno e raggiungere Remo. All'epoca re ,Amulio venne ucciso da Numitore, padre di  Rea Silvia, che risalì al trono di Alba Longa e liberò Remo.

I due, ottenuto dal nonno Numitore il permesso di lasciare Alba Longa e di recarsi sul fiume Tevere, decisero di fondare una nuova città, esattamente li dove erano cresciuti. Essendo però gemelli e quindi non essendoci diritto di regno sulla città per il primogenito, i due decisero che toccava agli dei dover scegliere chi dei due avrebbe regnato, e per poter interpretare i segni divini, si recarono Romolo sul monte Palatino e Remo sull'Aventino. Il primo presagio da parte degli dei, attraverso la comparsa di sei avvoltoi sulla testa di Remo, ne indicarono inizialmente il suo diritto a regnare, ma subito dopo, con la comparsa del doppio degli avvoltoi sulla testa di Romolo le cose si ribaltarono e il diritto a regnare passò a lui che subito tracciò il solco sacro sul quale sarebbero sorte le mura della città.Nacque purtroppo una discussione tra i due fratelli abbastanza turbolenta tanto che Remo per rabbia e gelosia superò il solco sacro completamente armato, mancando di rispetto a religione e divinità. Sangue di Remo a discapito del fratello Romolo fu versato sulle fondamenta della città che cosi nacque. 

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