
In Cina esistono 5 montagne, considerate sacre dal taoismo,disseminate sul territorio secondo regole ben precise,generalmente di difficile accesso, ma nonostante tutto ricorrenti mete di pellegrinaggio.
Secondo la tradizione taoista queste montagne sono considerate sacre perchè contengono a loro interno "energia tellurgica", la cosidetta energia del dragone nascente che si muove sotto la terra, mentre secondo gli antichi cinesi, ritenendo che materia ed energia fossero la stessa cosa, considerano la montagna la rappresentazione di questa forma di energia spinta verso il cielo come l'esempio più evidente dell'energia convertita in materia. Cinque vengono considerate le vette sacre poichè credenza taoista vuole che queste montagne si trovassero nella posizione dei 4 punti cardinali, nord, sud, est, ovest, con la quinta al centro della Cina, in modo da creare un congiungimento tra le varie vette cosi da collegarle direttamente al paradiso. Si crede addirittura che la loro energia sia in grado di nutrire erbe e fungi usati per la preparazione dell'elisir dell'immortalità.
La più importante delle cinque vette è il monte Tai, noto anche come picco dell'est o monte della serenità, alto circa 2000 m, situato nella provincia dello Shandong e dichiarato patrimonio dell'umanità dal 1987.
Leggenda vuole che Shun, uno dei primi sovrani della Cina avrebbe offerto sacrifici al cielo e alla terra proprio su questo monte, circa 2000 anni prima la nascita di Cristo, ma secondo varie fonti documentate, la storia di questa montagna risale al periodo dell'impero di Zheng, che con l'inizio della costruzione della grande muraglia cinese, scelse la cima del monte Tai come luogo di celebrazione dei vari riti annuali e se come si credeva, l'imperatore fosse figlio del cielo, allora la cima del monte Tai fu considerata dimora divina.
Nel monte vi è una grande roccia appuntita che si protende sulla valle, chiamata "spada che taglia le nuvole", considerata un segnale metereologico dal 725, poichè se le nubi sono cosi basse da poter esser tagliate dalla roccia allora vuol dire che pioverà.
Da secoli meta di pellegrinaggio in ogni periodo dell'anno, lungo le sue pendici, si possono trovare circa 22 templi, 97 rovine monumentali e centinaia di statue.
Il cammino verso la sua cima inizia a Tai'an, cittadina che risiede ai piedi del monte, e si coclude verso sera dopo circa 6-8 ore di cammino nella foresta.
D'obbligo prima di salire, una visita al "Tempio Dai", uno dei templi più importanti del taoismo, per soffermarsi a pregare o come facevano in passato, per offrire sacrifici in onore delle divinità del monte.
L'inizio della salita verso la cima del monte parte dall'"Arco Daizong",

che prosegue verso un'interminabile scala di 6239 gradini

circondata da una stretta valle fiacheggiata da padiglioni, steli , boschetti, cipressi e cascate.
Nel corso della salita è da notare il "Padiglione del venerabile Lao", dedicato a Laozi, fondatore e mastro del taoismo. Altra caratteristica di questo pellegrinaggio è il "Laghetto della regina Madre", dedicato appunto alla Regina Madre per cui, secondo la leggenda, vi è un albero nascosto tra le nuvole, i quali frutti che crescono una volta ogni 3000 anni donano immortalità a chi li mangia.
A circa metà della salita si trova il "Palazzo dei 10.000 immortali"

che ospita appunto la statua della celeste regina Madre circondata da 10.000 immortali. Sulle quattro pareti del palazzo sono state poste 63 tavole che ne raccontano la storia in caratteri antichi.
Dopo aver passato una roccia con i caratteri del vento e della luna, ci si imbatte nel "Tempio dell'Orsa maggiore", dove una volta vi vivevano un gruppo di monache buddiste che ne curavano il culto.
Proseguendo ci si muove verso la "Valle del Sutra nella roccia"

dove nel settimo secolo un monaco buddista portando con se il "Sutra di diamante", uno dei classici più importanto del buddismo, decise di inciderlo sulla roccia del monte Tai per diffonderne il culto. Attualmente rimangono solo 1043 caratteri leggibili a causa della corrosione delle roccie dovuta agi agenti atmosferici.
L'ultimo tratto conduce ad oltrepassare la soglia della "Porta celeste meridionale",

chiamata ache terza porta del cielo, sulla quale vi è incisa una poesia che dice: Ho ammirato lo spettacolo che appare dalla Terza Porta Celeste e si estende per i cieli senza fine. La scalinata dai mille gradini mi ha portato ad una vista incantevole: mille cime di monti», per arrivare cosi al "santuario dell'Imperatore di Giada", venerato come Dio della montagna.

Molti pellegrini che iniziano la salita rimangono affascinati soprattutto di fronte allo spettacolo del sorgere del sole che visto dalla montagna trasmette davvero la sensazione di essere al cospetto degli Dei.